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Al fine di consentire l'effettiva attuazione dei diritti riconosciuti a consumatori e utenti, l'ordinamento predispone molteplici strumenti che presuppongono o comunque ammettono l'intervento delle associazioni consumeristiche. In questo contesto, il dichiarato intento promozionale del legislatore nei confronti dell'associazionismo «libero, volontario e democratico» tra consumatori è bilanciato dall'esistenza di meccanismi di selezione dei gruppi maggiormente (o meglio, sufficientemente) rappresentativi sul piano nazionale, a cui è affidato il ruolo lato sensu pubblicistico di attori meta-individuali della protezione dei diritti di consumatori e utenti. Oggetto del presente lavoro è l'analisi degli elementi attraverso cui è possibile desumere il carattere della «rappresentatività» delle associazioni in parola, nonché dei relativi riflessi sul piano della tutela giurisdizionale dei diritti di consumatori e utenti, anche alla luce delle novità introdotte con la l. n. 31 del 2019 e, in prospettiva de jure condendo, del potenziale impatto delle misure contenute nel pacchetto di direttive europee rientranti nel c.d. New Deal for Consumers. Particolare attenzione è rivolta al profilo della democraticità interna dell'associazione di consumatori, che si ritiene costituisca il presupposto indefettibile che l'ente deve possedere - non solo formalmente - affinché possa aspirare ad affermarsi come adeguato interprete della volontà e degli interessi collettivi dei consumatori.